Nel corso dei nostri test andiamo a valutare anche il comportamento generale del monitor nelle classiche funzioni di utilizzo e quindi a stilare un piccolo resoconto che non può essere immune da considerazioni anche soggettive.
Benché il Philips 276E6ADSS sia in grado di offrire la copertura gamut dello standard Adobe RGB, lo stesso produttore non lo pubblicizza come monitor professionale ed infatti non lo è. In pochi casi resta consigliabile la risoluzione Full HD su un display con diagonale da 27” e lo spazio di lavoro sul desktop operando in multi-tasking non è abbondante come su altre tipologie. Come abbiamo già riportato nel capitolo riguardante il menù OSD, la modalità colore sRGB non apporta alcun cambiamento nella copertura gamut e si ha sempre a che fare con colori piuttosto saturi. Questo vuol dire che sono distanti dal colore reale? No, ovviamente no, come abbiamo già visto nel test riguardante la fedeltà cromatica, ma la saturazione accentuata potrebbe non convincere tutti.
Se siete abituati alla riproduzione dei TV con modalità sature, allora probabilmente adorerete quella del Philips 276E6ADSS. In questo caso, infatti, risulta maggiormente godibile la visione di film e videogames (più quest'ultimi, magari), anche se le tonalità rosse tendono ad essere predominanti. Nel primo caso però entra in gioco anche il fenomeno definito bleeding a causa delle barre nere per via del formato diverso e il nostro esemplare non è risultato molto fortunato, specialmente per gli angoli di sinistra.
L’overdrive funziona discretamente, ma le prestazioni non sono comparabili a monitor indirizzati ai videogiocatori più esigenti. I setting intermedi riescono a restituire comunque una godibile esperienza videoludica, dettata forse più dalla riproduzione satura che dalla reattività.
Abbiamo catturato alcuni scatti fotografici per rilevare il tempo di lag in confronto al monitor AOC q2963Pm. Anche se questo test ha alcuni punti critici, il Philips ha riportato un ritardo di circa 30 ms.
Tra le noti dolenti è impossibile non riportare l’assenza della tecnologia flicker-free. Il funzionamento è dunque di tipo PWM e, in particolare, la frequenza dei LED non è elevatissima; durante alcuni scatti fotografici con velocità di otturazione elevata siamo incappati in qualche schermata completamente buia per via dell’effetto stroboscopico della retroilluminazione.